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Quanto sta accadendo all’ospedale San Carlo riguardante l’appalto dei servizi di pulizia, trasporto, vitto e di ausiliare integrato, non è accettabile. Ancora una volta, si conferma la logica di scaricare sui più deboli, i lavoratori le responsabilità riconducibili ai ritardi della Pubblica Amministrazione, ed all’approssimazione nella predisposizione/emanazione di bandi.

Elementi questi ultimi riconducibili ad una strategia di riduzione dei costi tutte calibrate nella messa in discussione di contratti e diritti minimi dei lavoratori.
Questo appalto, come per altri che sono avvenuti in altre aziende sanitarie che altri enti, produce effetti devastanti, sulla condizione materiale dei lavoratori sia per quanto riguarda il salario che la organizzazione del lavoro
Elementi quest’ultimi che hanno ricadute negative sulla stessa qualità dei servizi offerti ai cittadini costretti a ricorrere alle prestazioni ospedaliere.
Non è possibile che in sanità, si pensi di ridurre i costi operando solo sui lavoratori, quando invece bisogna intervenire sugli sprechi e i lauti compensi a partire da quelli dei dirigenti.
La causa di tutto ciò, molto probabilmente è anche legata ai ritardi della piena entrata a regime della Stazione unica appaltante a seguito della mancata assegnazione alla stessa del necessario personale da parte della Giunta Regionale.
Bene fanno le OO.SS. a chiedere la sospensione della gara e quindi il mantenimento delle “attuali” condizioni di lavoro e diritti dei lavoratori.
La logica del massimo ribasso va messa a bando e pertanto, pur riconoscendo che necessita un intervento legislativo nazionale, riteniamo che a livello regionale bisogna provare a intervenire con propria norma per fermare questo stillicidio.
Questo ennesimo episodio è figlio di una stagione che va chiusa nella gestione della sanità lucana aprendo una nuova fase sia in termini di razionalizzazione della intera rete dei servizi che di direzione delle strutture. La Giunta Regionale e la direzione del San Carlo ha il dovere di bloccare la gara studiando la soluzione più idonea, compreso la eventuale emanazione di una norma di legge anche se la stessa può essere a rischio impugnativa, come accaduto per la vicenda applicazione direttiva europea sugli orari