
Fatti del genere, soprattutto quando la vittima ha un'età così giovane, gettano tante ombre sul futuro dell'umanità.
Le nuove generazioni sembrano aver smarrito la retta via, muovendosi tra due poli: il disinteresse verso i rapporti umani da un lato, la possessività morbosa dall'altro.
Occorre recuperare la giusta misura tra queste due piaghe sociali che attanagliano i nostri giorni.
Ben vengano i convegni, gli eventi, le passeggiate di solidarietà, le assemblee scolastiche, l'inasprimento delle pene ma il problema pare persistere.
A questo punto pare, provando a trarre delle conclusioni visti i recenti fatti e quelli passati, basti pensare al caso di Garlasco avvenuto nel 2007, il problema non sono tanto i ragazzi che vivono la loro adolescenza come l'abbiamo vissuta anche noi con alti e bassi, ma sulle famiglie che dovrebbero educare i figli, alla vita, all'amore, al rispetto reciproco, alla pace, allo studio, allo sport, alla conoscenza, alla fede, al sano divertimento.
Se noi genitori non notiamo atteggiamenti violenti, se bevono o fumano, se mancano i soldi in casa, se stanno troppo sui social, se non vestono adeguatamente, se non rientrano a casa in orari giusti, se non vanno bene a scuola, se frequentano persone sbagliate, se si organizzano in luoghi degradati e così via è normale che prima o poi qualcosa può succedere e quando succede purtroppo ci sono sempre due vittime: chi perde la vita e chi se la rovina per sempre finendo in galera.
Bisogna tornare ad implementare e rafforzare i tre capisaldi della società: la Famiglia, la Chiesa e la Scuola.
I Giovani non hanno bisogno di sermoni ma di esempi, di guida, di ascolto, di comprensione e attenzione solo così possiamo costruire un mondo migliore .
Genitori tutti iniziamo a riflettere ed a lavorare sull'importanza della famiglia partendo da ciò che i nostri anziani ci hanno lasciato in eredità: l'educazione e il rispetto verso l'altro.