È difficile trovare le parole per raccontare una partita come quella andata in scena sulla terra rossa dello Chatrier. Quello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz non è stato solo l'atto conclusivo del Roland Garros 2025, ma una delle finali più straordinarie nella storia del tennis moderno, per intensità, spettacolo e significato.
5 ore e 29 minuti. È questo il dato che entra immediatamente nei libri di storia: la finale più lunga di sempre al Roland Garros, che supera il record precedente di Wilander-Vilas nel 1982 (4 ore e 42 minuti). Ma non è solo questione di durata: è stata una partita da cinema, piena di colpi di scena, capovolgimenti di fronte, emozioni estreme e tennis di una qualità che ha rasentato la perfezione.
Jannik Sinner era partito fortissimo, portandosi avanti due set a zero grazie a un tennis aggressivo, intelligente, adattato in maniera sorprendente alla superficie a lui meno congeniale. Il numero uno al mondo sembrava vicino alla consacrazione finale anche sulla terra, ma Alcaraz ha saputo trovare le energie e il coraggio per risalire la china, set dopo set, fino a completare una rimonta storica.
Il quarto set ha visto Sinner arrivare a tre match point, tutti cancellati dallo spagnolo con una determinazione da campione consumato. Si è poi arrivati al super tie-break del quinto set, dove lo spagnolo ha dominato con uno scatto iniziale devastante, chiudendo 10-2 con un passante vincente che ha messo fine alla contesa e consacrato il suo secondo Roland Garros consecutivo.
Eppure, se è vero che il trofeo è andato a Carlos Alcaraz, questa partita è anche – e forse soprattutto – di Jannik Sinner. Dopo tre mesi di stop forzato, il campione altoatesino è rientrato nel circuito in primavera, affrontando una superficie insidiosa come la terra battuta con determinazione e umiltà. In pochi, alla vigilia, lo avrebbero immaginato capace di arrivare così lontano, ancora meno di lottare alla pari con il miglior giocatore del mondo sulla terra in una finale da sogno.
Non solo ha comandato per lunghi tratti della partita, ma ha anche dimostrato una tenuta fisica e mentale straordinaria, rispondendo colpo su colpo ai momenti di massima pressione. Ha giocato da vero numero uno, mostrando maturità, sportività e – nel momento della sconfitta – anche una classe rara.
Sinner: “È più facile giocare che parlare”
Durante la premiazione, con il volto provato dalla fatica e dalla delusione, Sinner ha trovato comunque la forza di rendere omaggio all’avversario e di ringraziare un pubblico non sempre a lui favorevole:
“È più facile giocare che parlare in questo momento. Ma voglio ringraziare il pubblico: siete stati eccezionali con me in queste due settimane”.
Un gesto di sportività che dice molto del campione che è, e che sta diventando. In conferenza stampa, ha poi ammesso quanto bruci perdere in questo modo:
“Brucia perdere la finale più lunga della storia del Roland Garros, ma piangersi addosso è inutile. Mi aiuterà la mia famiglia, ora è il momento in cui prenderò qualcosa da loro”.
Era la prima finale Slam tra i due giovani dominatori del tennis mondiale, e probabilmente non sarà l’ultima. Alcaraz ha vinto, ma la rivalità è viva e più forte che mai. Con questo livello di tennis, questi due campioni sono destinati a scrivere pagine epiche per anni.
Sinner ha perso la finale, ma ha vinto una battaglia più grande: quella con se stesso, con il recupero fisico, con le difficoltà. E ha dimostrato di essere già tornato al vertice. Il Roland Garros non è sfuggito, ma ha segnato un punto di svolta: il trionfo può attendere, ma Jannik è più vicino che mai.
La Redazione