maria antezza.jpgÈ una scelta molto apprezzabile quella compiuta dall'azienda sanitaria materana - dichiara l’Onorevole Maria Antezza - ed in particolare da tutta l'equipe curante del reparto di Rianimazione-Terapia Intensiva dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera, diretto dal dr. Francesco Dimona, in accordo con la direzione Generale e Sanitaria, che nei giorni scorsi ha deciso di modificare l’orario e le modalità di accesso per i familiari dei pazienti ricoverati.

Un primo, significativo, passo nella direzione indicata dalla Proposta di Legge 141 “Disposizioni concernenti la realizzazione di reparti di terapia intensiva aperta”, di cui sono prima firmataria, che era stata presentata a Matera lo scorso anno in occasione di un seminario di studi svoltosi proprio presso l’ospedale Madonna delle Grazie, e che ora è in discussione presso la Commissione Affari Sociali della Camera.

Questa proposta di legge, in sintonia anche con lo specifico documento del Comitato Nazionale per la Bioetica del 2013 (Terapia intensiva "aperta" alle visite dei familiari), promuove il concetto di terapia intensiva “centrata sul paziente e sulla famiglia” affrontando la cosiddetta ”apertura” della terapia intensiva su diversi piani. Pertanto non propone solo la definizione di un orario minimo di visita ai pazienti da parte dei familiari, ma punta anche ad ottenere la realizzazione di programmi formativi in tema di comunicazione destinati a medici e infermieri, a garantire un supporto psicologico al paziente e ai suoi familiari ed infine a realizzare piani di edilizia sanitaria che contemplino spazi adeguatamente attrezzati per i familiari.
 
La scelta di “aprire” la terapia intensiva rappresenta una scelta coerente con solidi dati della letteratura scientifica e che ha dimostrato di poter offrire benefici tanto al paziente quanto ai suoi familiari.

Come ha messo in evidenza anche il Comitato Nazionale per la Bioetica, l’apertura” della terapia intensiva e la presenza dei familiari accanto al malato non sono affatto una sorta di “concessione” ma, al contrario, rappresentano il riconoscimento di uno specifico diritto del paziente. È una scelta utile e motivata, una risposta efficace ai bisogni del malato e della sua famiglia.
 
Il mio auspicio - conclude l’On. Maria Antezza - è che la scelta di Matera vada oltre questo primo significativo passo, che tale modello coinvolga altre realtà della nostra regione e che la Commissione Affari Sociali possa valutare e approvare in tempi brevi la proposta di legge, così da offrire un nuovo ed efficace strumento per migliorare l’organizzazione del nostro sistema ospedaliero nazionale.”