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finaleDiPartita.jpgVenerdì 16 dicembre un nuovo appuntamento della Stagione Teatrale 2016-2017 “Il teatro. Liberi d’interpretare” al Teatro Obadiah di Oppido Lucano, con lo spettacolo “Finale di partita” di Samuel Beckett, portato in scena dal regista teatrale Nicola Ragone.
Lo spettacolo è la rappresentazione grottesca e tragicomica di un mondo privo di vita e di caratteristiche precise, dentro il quale si esprimono, senza grossa capacità pratica, surreali personaggi fortemente tratteggiati, come in un fumetto. Un finale di partita che, come negli scacchi, regala poche mosse plausibili e poco movimento. Uno spettacolo che si involve offrendo situazioni di grande ironia mettendo a nudo i lati più nascosti e meno comprensibili di ogni essere umano. Un’indagine sui processi dell’esistenza e sulle problematiche che attanagliano la nostra contemporaneità. Beckett rispolverato e concentrato, lingua dell’assurdo portata al non-sense, costrutti non molto lontani dalla realtà che calpestiamo giorno per giorno e dai dialetti che ci appartengono. Un esperimento stimolante per il pubblico, vero e proprio protagonista interpellato a muovere le poche pedine presenti sulla scacchiera del palcoscenico. La scommessa di oltrepassare la barriera che separa palcoscenico e platea, cercando di portare il testo direttamente al pubblico, dando la possibilità di maneggiare la parola e di poterla utilizzare durante la messa in scena per cambiare le sorti dei personaggi beckettiani: paralizzati dalla loro inettitudine. L’invito ad uscire da quella paralisi e da quel grigiore attraverso una diretta interpellazione. Uno spettacolo interattivo che prevede una partecipazione attiva, mescolando spettatori ed interpreti in un unico rito, solenne e prosaico allo stesso tempo. In scena Alice Pagotto, Luca Carbone, Cosimo Frascella e Gloria Carovana. Una scenografica scarna ed essenziale, pochissimi elementi: due bidoni, l’ombra di una finestra e l’idea di un luogo in distruzione, attori come risorti dalle macerie di un cinema ormai in disuso. Immagini in cortocircuito proiettate davanti agli interpreti. Illusioni ottiche che inglobano quei corpi, sagome alla Chaplin o alla Buster Keaton, mescolate all’illusione ottica dell’immagine cinematografica. Lo spettacolo è prodotto da Cineteatro G. Obadiah, Teatro di Documenti in collaborazione con Vincenzo Maurizio Paolella per Fullframe.
La Stagione Teatrale 2016-2017 “Il teatro. Liberi d’interpretare” realizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata, con il sostegno del Mibact , Regione Basilicata e dei tredici Comuni che la ospitano, aderisce all’iniziativa  dedicata a promuovere la cultura “18app”, a cura del Mibact e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, destinata ai ragazzi che compiono 18 anni nel 2016, che hanno diritto ad un bonus di 500€ spendibile in attività culturali. Per maggiori informazioni e prevendita www.teatriunitidibasilicata.it

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