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pasquale cariellojpegEra il 23 novembre 1980. Alle 19.34 la terrà tremò. E quel giorno è rimasto impresso nella memoria di chi quella tragedia l’ha vissuta. Sono passati 40 anni da quello che è stato il terremoto più violento mai registrato in Italia nel secondo dopoguerra. Un sisma di magnitudo 6.9 che durò ben 90 secondi e uccise circa 3.000 persone, provocando oltre 8.000 feriti e circa 300mila senzatetto. Una catastrofe.
L’Irpinia, la Basilicata, la Campania e una parte della provincia di Foggia hanno avuto danni enormi e interi paesi sono stati rasi al suolo. I comuni della nostra regione riportarono danni, ma fra i paesi lucani che hanno pagato il prezzo più alto c’è Balvano, simbolo della tragedia in Basilicata, dove morirono 77 persone, per lo più ragazzi e bambini, vittime del crollo della Chiesa Madre. Sono stati momenti duri colmi di dolore e tristezza.
Nelle parole di chi ha vissuto quella tragedia ci sono ancora ferite aperte. Lo percepisco dai racconti che mi capita di ascoltare da chi, quel giorno, non lo dimentica e spesso lo rievoca con gli occhi lucidi. Oggi possiamo solo ricordare quello che è successo e custodirlo nella nostra memoria sperando che in futuro non accadano né qui né altrove simili tragedie. I lucani sono un popolo coraggioso, in grado di ricominciare dalla fine così come hanno fatto quarant’anni fa. Questa sera, alle ore 19,34, ovunque ci troviamo, fermiamoci un attimo e osserviamo un minuto di silenzio per rendere omaggio a tutte le vittime.
#23novembre1980
Pasquale Cariello