Categoria: news

LA_NATURA_MOSTRA_LA_SUA_FORZA_LETNA.jpg

Il vulcano attivo più alto d’Europa è stato protagonista di una nuova eruzione ed ha esibito la sua maestosità.

Il cratere sud est dell’Etna, in attività già da molti mesi, dopo un susseguirsi di boati, ha cominciato ad eruttare provocando una piccola colata lavica diretta in direzione sud-ovest, attestata ad una quota di circa 2.800 metri sul livello del mare.
Le colate si sono fermate molto lontane dai centri abitati e le conseguenze maggiori riguardano soprattutto la pioggia di cenere che ha interessato Catania e il comune di Nicolosi e provocando la temporanea chiusura dell’aeroporto internazionale per consentire i lavori di pulizia.
I parossismi che contraddistinguono la fase iniziale di una eruzione vulcanica, violente esplosioni e lancio di cenere lavica e lapilli, sono una tipica manifestazione dell’attività vulcanica dell’Etna: la montagna inizia a vibrare e brontolare man mano che il magma risale il condotto, fenomeno che prende il nome di tremore vulcanico. Il gas trascina con sé ingenti quantità di roccia fusa, sparandola in alte fontane e producendo una caduta di cenere e lapilli sul territorio circostante. La lava poi ricade sulle pendici della bocca eruttiva formando poderose colate e generalmente, dopo qualche ora, l’attività diminuisce e il vulcano torna nel suo torpore.
L’Etna, situato lungo la costa orientale della Sicilia, con i suoi 3350m di altitudine, che però varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l’innalzamento e l’abbassamento, e 35km di diametro alla base, è il vulcano più grande d’Europa.
La sua formazione risale a circa 100.000 anni fa. Nel tempo, l’alternanza di attività effusiva ed esplosiva, con colate di lava e depositi piroclastici, ha portato alla stratificazione di prodotti vulcanici. Per questo, l’Etna si definisce uno strato-vulcanico di natura basaltica. Da eruzioni effusive si generano prevalentemente colate di lava che scorrono sulla superficie terrestre con una temperatura che va dai 700°C ai 1200°C e con una velocità che dipende dalla viscosità del magma. Da eruzioni esplosive si origina invece, la ricaduta di materiali grossolani, bombe e blocchi e di materiali fini, cenere e lapilli. Le bombe sono frammenti di lava che si raffreddano fino a solidificarsi prima di raggiungere il suolo. I blocchi, invece, sono frammenti di roccia di dimensioni variabili, strappati dalle pareti del condotto vulcanico durante l’esplosione. Anche lapilli e ceneri sono frammenti di magma ma di dimensioni molto inferiori: le ceneri, in particolare, sono minuscole e possono essere trasportate dal vento anche per molti chilometri.
Il vulcano siciliano è situato nell’area di collisione continentale tra la placca euroasiatica e la placca africana: in questa zona, la presenza di un importante sistema di faglie distensive ha permesso la risalita del magma dal mantello, dando origine al vulcanismo.
Nelle ultime centinaia di anni, si sono susseguite, con una certa frequenza, eruzioni esplosive di bassa energia ed effusioni laviche, alimentate sia dalle bocche eruttive sommitali, sia da bocche laterali. Queste eruzioni, della durata di alcuni giorni o anche di anni, hanno più volte danneggiato le aree urbanizzate che si trovano sulle pendici del vulcano, a causa dell’accumulo di ceneri e scorie e dello scorrimento di colate di lava.
Le eruzioni vulcaniche possono influire sulla salute e l’incolumità umana in vari modi. Gli effetti più pericolosi e violenti sono i flussi magmatici, capaci di radere al suolo tutto ciò che incontrano sul loro percorso entro un raggio di alcune decine di chilometri dalla bocca eruttiva. Tali episodi sono accompagnati dalla ricaduta di grandi quantità di cenere, che oltre ad inquinare il territorio circostante con conseguenze disastrose per l’agricoltura e i pascoli, in alte concentrazioni possono essere dannose, se inalate, per la salute umana. Il fenomeno indiretto legato alle eruzioni vulcaniche più preoccupante è l’alterazione del clima. Quando le colonne di cenere e gas sono dense e compatte e raggiungono altezze superiori ai 10 chilometri, entrano in circolo nell’atmosfera ed essendo smaltite molto lentamente, possono alterare il clima. In particolare, la cenere e l’acido solforico che si genera come combinazione tra l’anidride solforosa emessa dal vulcano e il vapor acqueo atmosferico, tende a perturbare il clima anche a livello globale: tutto questo meccanismo si innesca solo durante eventi eruttivi catastrofici. L’attività vulcanica sottomarina può dare origine a maremoti, i famosi tsunami. L’energia propagata da questa serie di onde è costante e varia a seconda di altezza e velocità: quando l’onda si avvicina a terra, la sua altezza aumenta mentre diminuisce la sua velocità. Si sono registrate velocità fino a 700 km/h e altezze di 30m in prossimità della linea di costa.
Il nostro pianeta è geologicamente vivo e turbolento per cui i fenomeni vulcanici e sismici sono all’ordine del giorno.
Bisogna tener presente che, anche se i fenomeni vengono puntualmente studiati e monitorati, permane sempre un elevato livello di incertezza che rende sostanzialmente impossibile stabilire con precisione, quando e come avverrà un’eruzione vulcanica: allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile alcuna forma di previsione.
Lo spettacolo che sa offrire il vulcano più grande d’Europa, come del resto, tutte le manifestazioni della natura, non ha pari.
Qualunque sia la stagione, che sia attivo o dormiente, lo scenario è sempre maestoso, affascinante, coinvolgente, estremamente magico.
Immaginate di camminare mentre un fiume di lava straripa sotto i vostri piedi e zampilli di fuoco sbuffano da piccoli coni, un’immagine che ricorda una scena dell’inferno dantesco, ma per niente negativa.
Un gioco di fuochi che brilla al sole mentre scivola lungo i fianchi del vulcano, acquietandosi pian piano, fino a spegnersi. E puntando lo sguardo verso l’orizzonte, la vostra attenzione si adagia sul mare apparentemente lontano, pronto ad accogliere in un immenso abbraccio, le calde lacrime della terra.
Al suo cospetto si può solamente godere appieno del suo calore, del suo parlare, attraverso i suoi boati, delle sue esibizioni, senza fare nulla, solamente esserci e lasciarsi attraversare dalla sua energia.
La sua magnificenza e la sua potenza, ci ricordano quanto siamo vulnerabili di fronte al mostrarsi della natura e come sia una meravigliosa avventura vivere e respirare la terra.

Matteo Lai, fondatore di One World

Facebook  https://www.facebook.com/oneworldassociazione
Instagram https://instagram.com/one_world_associazione?igshid=1s8zwvhuyotcn
Twitter: https://twitter.com/OneworldAss