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leggieriLa pubblicazione degli ultimi dati ARPAB sulla situazione delle falde sotto l’inceneritore Fenice conferma quanto da tempo sosteniamo.

L’inceneritore Fenice continua ad operare in totale dispregio delle normative e della salute pubblica e lo fa grazie alla complicità della Regione Basilicata.

I dati sono impietosi e non lasciano spazio ad interpretazione alcuna. A seguito degli ultimi controlli effettuati dall’ ARPAB nel mese di settembre è infatti emerso un aumento dei valori rispetto ad alcune sostanze inquinanti, in particolare solfati e triclorometano. Sostanze rinvenute nelle acque di falda proprio sotto l’inceneritore Fenice di San Nicola di Melfi.

In pratica assistiamo all’ennesimo superamento delle soglie di contaminazione delle falde sotto il termovalorizzatore ex Fenice (oggi Rendine Ambiente). Una situazione inaccettabile, soprattutto se si considera il fatto che parliamo un sito inquinato che dovrebbe essere oggetto di bonifica.

Non va infatti dimenticato quanto accertato dalla Commissione speciale di Inchiesta messa in piedi proprio dalla Regione Basilicata. Una commissione che ha delineato un quadro a dir poco sconcertante, ma che in concreto non ha avuto alcun seguito.

Parimenti non possiamo dimenticare le numerose denunce presentate e le indagini della magistratura che hanno portato alla luce un quadro sconcertante.  

Peccato che agli annunci provenienti da più parti, ai falsi impegni assunti dalla politica lucana, alle tante promesse, non hanno fatto seguito atti concreti per procedere alla bonifica dell’area, ad una maggiore attenzione rispetto alle popolazioni dell’area, ed anche una maggiore considerazione dei lavoratori, vero punto debole e capo espiatorio di questa bruttissima vicenda.

Da questo punto di vista è stato lo stesso Procuratore Capo della Procura di Potenza, in occasione della visita a marzo della Commissione bicamerale rifiuti, a denunciare l’inerzia degli Enti preposti (Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Comune di Melfi) rispetto al problema della bonifica del sito inquinato.

Così non solo non si parla ancora di bonifica dell’area, ma si continua ad inquinare in totale libertà senza che vengano assunti provvedimenti da chi di dovere.

Purtroppo siamo abituati alla inerzia delle istituzioni locali, ma non è accettabile che si continui in questa maniera. La Regione Basilicata ha assunto degli impegni ben precisi, da ultimo anche a seguito di una mozione approvata dal consiglio regionale e proposta dal sottoscritto, pertanto non è più accettabile questo atteggiamento omertoso. Chiediamo alla Regione atti concreti e una presa di posizione netta. I cittadini lucani e i lavoratori in primis hanno il diritto di conoscere la posizione ufficiale della Giunta regionale rispetto a tali problemi.

Bonifica dell’area, applicazione della mozione approvata dal consiglio regionale, questione lavoratori, sono tre questioni che devono essere affrontate e risolte in tempi brevi, diversamente la politica lucana non potrà mai apparire credibile.

Ad oggi, il quadro che ne viene fuori è, purtroppo, veramente desolante. In questi anni, infatti, non solo nulla è cambiato, ma anzi, tutto è peggiorato. Quando la Regione Basilicata deciderà di prendere atto della situazione e di assumersi le proprie responsabilità non sarà mai troppo tardi.

Gianni Leggieri

Capogruppo M5S Basilicata