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Nella giornata di ieri, al centro sociale anziani di Scanzano Jonico si è svolto il convegno sulla riforma sanitaria territoriale in basilicata. Erano presenti oltre al giornalista Mele, il segretario regionale dei medici di medicina generale e il segretario regionale del sindacato autonomo dei medici, assente l’assessore regionale Fanelli. Alla presenza del Consigliere Regionale Cariello e di numerosi cittadini sono state discusse le criticità di un territorio fragile. Il Sindaco di Pisticci ha esposto tutte le questioni della medicina territoriale nel Metapontino e in particolare dell’Ospedale di Tinchi e Policoro. Non ha raccontato la lunga storia dell’accanimento della sanità contro il nostro Ospedale, ma, ha esternato tutta la nostra delusione, in quanto, l’assessore alla Sanità venuto a vistare le nostre strutture aveva ignorato completamente l’Ospedale di Tinchi. Ha spiegato che ridimensionare le attività dell’Ospedale distrettuale significa la fine della sanità pubblica sul territorio. Non ci sono operatori necessari per le visite specialistiche, ma anche quelli di base, basta pensare la carenza dei medici di famiglia, i pensionamenti e i ritardi della regione per la convocazione dei nuovi medici che si sono resi disponibili. Che la situazione mette in serio pericolo la salute di migliaia di persone di Pisticci e che bisogna fare presto. Che lo spopolamento delle zone interne non può essere la ragione per svuotare ulteriormente distretti sanitari o reparti ospedalieri affidati a un numero scarso di medici o ad un solo medico, specialmente nella modalità operativa multidisciplinare di gestione per i pazienti asintomatici che arrivano in Ospedale per curare altre patologie, ma si vengono trovati contagiati e allocati in un unico reparto misto per positivi; malattie diverse stessa area. Le aziende sanitarie per certi versi si sono organizzate sperimentando un modello intollerabile - ha continuato il Sindaco - che prevede, all'interno della stessa area, l’attività di medici di differente specializzazione. L’ipotesi della collocazione di questi pazienti nei cosiddetti reparti multidisciplinari pone anche il problema dell’effettivo isolamento e molto spesso anche della morte improvvisa dei degenti che probabilmente non vengono adeguatamente monitorati dal personale medico e infermieristico perché carente. E che la tale programmazione blocchi anche la prevenzione delle patologie come quella oncologica. L’Ospedale di Comunità non basta, bisogna potenziare tutti i servizi ambulatoriali esistenti e abbattere tutte quelle liste di attesa che si protraggono da oltre un anno, oltre al fatto che niente deve essere toccato a Tinchi e niente deve essere spostato, personale, servizi, attività, attrezzature e macchinari. Il Sindaco - in conclusione - ha chiesto che la cronicità sia sposata a Tinchi che deve diventare Ospedale integrato e potenziato con Policoro come punto di raccordo tra territorio e Ospedale di base per acuti, e che si possa procedere con l’approvazione dei posti letto. Infine, il consigliere regionale Cariello mostrandosi disponibile all'ascolto e alla collaborazione ha assicurato un suo personale impegno che riguarda l’incremento dei ricoveri di lungodegenza circa la realizzazione di un hospice oncologico da allocare a Tinchi, e altri impegni anche per far realizzare programmi sui quali la politica locale con i Sindaci stanno portando avanti nel documento “patto per la sanità”. Evidente che in questa fase bisogna accordare fiducia perché la credibilità di chi amministra è sempre figlia delle decisioni che si vanno ad assumere. L’assessore al ramo, l’azienda sanitaria devono preoccuparsi di potenziare la medicina territoriale e l'Ospedale territoriale distrettuale di Tinchi, perché nel futuro prossimo potrebbe significare, per molti aspetti, la chiusura di Matera e di tutti gli Ospedali della Basilicata.