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“La più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo. Abbiamo disarticolato completamente le cosche della provincia di Vibo, facenti capo al clan Mancuso di Limbadi, ma ha interessato tutte le regioni d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Tra queste anche la Basilicata, con contatti delle cosche calabresi con clan lucani, nelle estorsioni e traffico di droga. E’ stato un grande lavoro di squadra fatto dai carabinieri del Ros centrale, di quello di Catanzaro, e del Comando provinciale di Vibo Valentia”. E’ questa, in sintesi, la dichiarazione rilasciata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, a margine dell’operazione “Rinascita-Scott”, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del gip di Catanzaro, su richiesta della Dda, a carico di 334 persone, tra i quali avvocati, politici, commercialisti, funzionari infedeli dello Stato, e massoni. Nell’ordinanza ci sono 250 pagine di capi di imputazione. I 416 indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, intestazione fittizia di bene, usura, estorsione, riciclaggio e altri reati gravi aggravati dalle modalità mafiose. Tra i soggetti coinvolti l’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, adesso comandante provinciale a Teramo, il Sindaco di Pizzo e presidente Anci Calabria, Gianluca Callipo, eletto nelle fila del Pd, l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino (ai domiciliari), ed il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato (domiciliari). Il gip ha imposto il divieto di dimora in Calabria per l’ex consigliere ed ex assessore regionale del Pd, Nicola Adamo, indagato per traffico di influenze. Alcuni indagati sono stati localizzati ed arrestati in Svizzera, Germania e Bulgaria. Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, contestualmente all’ordinanza di custodia cautelare, i carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di circa 15 milioni di euro. Coinvolti nell’operazione 2500 carabinieri del Ros e dei comandi provinciali, supportati anche da unità del Gis, del Reggimento Paracadutisti, degli Squadroni Eliportati Cacciatori, dei reparti mobili, da mezzi aerei e unità cinofile. Il procuratore Gratteri ha svelato che il blitz è scattato con 24 ore di anticipo, per una fuga di notizie. E così gli uomini del reparto speciale del Gis sono saliti sullo stesso treno del boss Mancuso al rientro da Milano, e lo hanno arrestato una volta giunti a Lamezia Terme. L’operazione ha consentito di svelare e documentare summit di “ndrangheta” che conferivano promozioni ed incarichi ad affiliati di rilievo. I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, hanno potuto così acquisire elementi di riscontro in merito alle formule rituali utilizzate dai sodali per l’assegnazione del grado di “tre quartino”.
Antonella Domenica Gatto