FestaEsagerata-loc.jpgMartedì 20 dicembre, ore 21:00
e
mercoledì 21 dicembre, ore 18:30
TEATRO DON BOSCO
POTENZA

Sarà gremito in ogni ordine di posto il Teatro Don Bosco di Potenza per lo spettacolo di e con Vincenzo Salemme “Una festa esagerata”, il terzo appuntamento della Stagione Teatrale 2016-17 “Il Teatro. Liberi d’interpretare”. Overbooking per il doppio appuntamento di martedì 20 e mercoledì 21 dicembre (ingresso ore 20:30, sipario ore 21:00) e numerose sono le richieste rimaste insoddisfatte.
È un momento d’oro per l’attore partenopeo dopo la prima esibizione nazionale dello spettacolo lo scorso undici novembre a Caserta.
La storia narra di una famiglia borghese di oggi, composta da padre, madre e figlia coinvolta nell’organizzazione del debutto in società della giovane Mirea. Ed ovviamente, non potrebbe esserci nulla di più semplice se non fosse che il padre (Vincenzo Salemme), uomo di valori morali, leggermente presuntuoso e amante del teatro, che deve confrontarsi con una moglie (Teresa Del Vecchio) “affamata” di popolarità e di scalata sociale, disposta a tutto pur di incassare soldi e fare la vita da “borghese milanese” scendendo a compromessi con la politica locale.
In tutto ciò non possono mancare le pedine degli imprevisti interpretate magistralmente da un cast competente e fortemente teatrale. Una figlia Mirea (Flavia Stellato) a cui Gennaro Parascandalo cerca di insegnare i valori come l’amore e il rispetto, ma è molto più presa dai beni materiali confondendo amore e soldi, un furbo-napoletano che cerca di fare l’indiano a servizio dei padroni di casa, un neo-portiere del palazzo (Antonio Guerriero) impegnato nelle elezioni di condominio, un prete (Nicola Acunzo) alternativo “da strada” e la storia di un vecchio amore (Antonella Cioli) che continua a tornare nella vita del protagonista e che è trama portante.
“Una festa esagerata!” nasce da un’idea che avevo in mente da tempo – descrive Salemme nelle note di regia - uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda. Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene” – conclude il regista.

Lo spettacolo prodotto da Diana Oris, rientra nella sezione “Non Solo Classici” della Stagione Teatrale 2016_17 “Il teatro. Liberi d’interpretare”, realizzata dal consorzio Teatri Uniti di Basilicata con il sostegno del Mibact, della Regione Basilicata e dei quindici Comuni che la ospitano.
Il consorzio Teatri Uniti di Basilicata aderisce all’iniziativa  dedicata a promuovere la cultura “18app”, a cura del Mibact e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, destinata ai ragazzi che compiono 18 anni nel 2016, che hanno diritto ad un bonus di 500€ spendibile in attività culturali. Per maggiori informazioni e prevendita www.teatriunitidibasilicata.it

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