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BAS “Oltre 10mila agricoltori, di cui la metà aderenti a “La Spesa in Campagna”, in tutta Italia vendono i propri prodotti in spacci aziendali o mercatini rionali, locali e cittadini, proponendo oltre 4.000 specialità tipiche, molte delle quali di solito acquistabili solo nei territori di origine. Ciò rispondendo a una domanda in costante aumento con le famiglie alla guida di questa tendenza (+10%); 1 italiano su 4, ogni anno, acquista almeno una volta direttamente dal produttore perché ricerca e premia qualità, tipicità e genuinità delle specialità agricole. In Italia, ammonta a circa 1 miliardo di euro ogni anno, il movimento alimentato dalla vendita agricola diretta”. E’ questa la fotografia scattata nel congresso dell’Associazione “La Spesa in Campagna” aderente alla Cia-Agricoltori che ha confermato Matteo Antonelli presidente. L’incontro ha messo a fuoco l’importanza del mercato contadino, ribadendo il ruolo della filiera corta e cortissima, dal campo al mercato, nella promozione della biodiversità agroalimentare italiana, custodita dalle aziende agricole, espressione di singolarità culturali e paesaggistiche della Penisola, oltre che sociali e economiche. “In quattro anni - ha commentato Antonelli - abbiamo costruito un percorso importante. Rappresentiamo tutte le regioni italiane e abbiamo realizzato molte iniziative con la consapevolezza che non esista una ricetta univoca, ma occorra sempre più ragionare considerando l’evoluzione di target diversi di consumatori e la varietà di realtà aziendali che noi stessi rappresentiamo come agricoltori”. Della delegazione lucana Lucrezia Digilio, componente della direzione nazionale dell’associazione “La Spesa in Campagna” e presidente regionale di Donne in Campo, ha sottolineato” gli obiettivi di allargare la rete che registra attualmente una quarantina di aziende e superare i punti deboli della cosiddetta filiera corta attraverso una piattaforma e-commerce. Presto sarà possibile comodamente da casa con il click del mouse prenotare le albicocche di Rotondella, i cruski di Senise, i fagioli di Sarconi, le melenzane di Rotonda e persino averle direttamente in consegna a casa. Si tratta – ha detto Digilio – di un progetto molto importante già avviato sperimentalmente in Basilicata da qualche tempo con aziende in gran parte agrituristiche e sul quale puntiamo con la massima decisione. Al momento la spesa in campagna non ha certo i numeri

della grande distribuzione, né dei negozi e dei mercati. Crediamo, però, che se si porta avanti un’iniziativa seria e responsabile, questo tipo di vendita diretta può arrivare a coprire il 4-5 per cento dell’intero mercato”. “Con il progetto, che ha un proprio marchio registrato e sito www.laspesaincampagna.it, si punta – afferma Paolo D’Andrea, presidente regionale dell’associazione - a favorire inoltre l’incontro tra città e campagna, attraverso la valorizzazione dei territori rurali. Non solo. E’ una risposta alle esigenze più volte espresse dai cittadini di voler acquistare prodotti agricoli a prezzi ragionevoli. Cosa che nelle fattorie è oggi possibile. Con in aggiunta il valore per così dire didattico della vendita diretta, che consente di far dialogare direttamente il consumatore con il produttore invitandolo a trascorrere una giornata in azienda”.