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 logo-CGM-Clean.jpgProsegue il web tour di CGM “Ricomporre per Innovare”, un momento di ascolto e di confronto con i territori che fanno parte della più grande rete cooperativa italiana per tracciare le linee strategiche di sviluppo futuro e costruire il piano d’impresa dei prossimi cinque anni. Dopo la Lombardia che ha inaugurato il tour, Valle d’Aosta, Liguria Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria è stata la volta di Puglia, Basilicata e Molise regioni in cui la rete CGM è presente complessivamente con 68 cooperative e 6 consorzi.

La pandemia ha dimostrato il ruolo fondamentale della cooperazione e delle imprese sociali che hanno saputo garantire con competenza e perseveranza servizi alla comunità e presidi di prossimità aprendosi alla transizione digitale per sperimentare nuovi approcci e opportunità. Ed è proprio partendo dall’ascolto delle imprese, dei nodi territoriali della rete e dei loro bisogni, che CGM sta orientando il proprio piano industriale che sarà presentato nel mese di febbraio e che punterà su alcuni asset strategici come la rigenerazione delle infrastrutture sociali, la trasformazione tech del welfare, la creazione di lavoro e il rafforzamento di filiere sostenibili.

In Basilicata CGM è presente con 36 cooperative e 2 consorzi distribuiti nella provincia di Matera. Per le cooperative del territorio è necessario ridefinire lo storytelling del terzo settore iniziando ad entrare nelle modalità tipiche del privato. Parallelamente occorre intercettare gli strumenti finanziari capaci di fronteggiare la difficile situazione dettata dall’emergenza sanitaria, solo in questo modo si potrà avviare un percorso fattivo d’innovazione. Un processo che deve mettere al centro ogni singola cooperativa all’interno di una più ampia manovra d’impatto capace di delineare i giusti processi organizzativi per rispondere al mercato. Altro tema sollevato dalle cooperative del territorio è relativo al potenziamento dei servizi domiciliari integrati che devono confrontarsi, sin dalla fase di progettazione, con il privato e non essere totalmente dipendenti dal pubblico. E’ necessario un cambio di passo verso una dimensione più imprenditoriale. In ultimo, occorre pensare anche al qui ed ora. I territori non immagino un piano d’impresa che vada solo in prospettiva, ma una progettualità capace di curare e sanare le gravi ferite che la pandemia ha inferto.