Nessuna immagine

 bacini_di_profondità_alta_val_dagri.jpg

Quanto parliamo di acqua santa non ci riferiamo certamente a quella che dispensano i vescovi nelle cerimonie religiose, ma alle ultime sorgenti della Val d’Agri e a quella poca acqua rimasta negli invasi che disseta ancora milioni di persone e che potrebbe essere messa a rischio da trivelle petrolifere e da progetti di impianti di trattamento di reflui petroliferi in quell’area. L’effetto politico- soporifero sugli annunci di sconto sul gas sembra che non abbia sortito l’effetto sperato sulla popolazione già anestetizzata dallo sfruttamento storico della regione, mancanza di lavoro e servizi, mentre le contropartite di progetto rinnovo concessione Val d’Agri che dovranno subire ambiente, popolazioni ed economie locali non sono state divulgate dal presidente Bardi.

Rispunta invece per la Val d’Agri negli uffici regionali del Dipartimento Ambiente la convocazione della conferenza di servizio funzionali al rilascio del P.A.U.R (provvedimento autorizzatorio unico regionale) per il progetto di impianto di trattamento delle acque di produzione del centro oli, in pratica il trattamento dei reflui petroliferi tossici e radioattivi (isotopi del sottosuolo) derivanti dalla produzione di gas e greggio da realizzarsi in contrada vigne nell’area industriale di Viggiano. http://valutazioneambientale.regione.basilicata.it/valutazioneambie/files/docs/13/05/78/DOCUMENT_FILE_130578.pdf

Il progetto presentato prima dalla Simam e poi dalla Syndyal è già stato bocciato per ben due volte dalla stessa regione Basilicata, i progetti prevedevano lo scarico delle acque nel depuratore del consorzio industriale e successivamente nel bacino idropotabile del Pertusillo .
Non solo quindi enorme consumo di acqua per estrarre greggio (da 1 ad 8 barili di acqua per barile di petrolio), ma acqua che poi si trasforma in reflui petroliferi tossici e radioattivi che si vorrebbero trattare direttamente sul posto per far risparmiare decine e decine di milioni di euro a carico di Eni   che eviterebbe di trattarle in altri impianti tipo Tecnoparco.
Tonnellate e tonnellate al giorno di reflui petroliferi tossici e radioattivi derivanti dalla estrazione di greggio e gas per circa 2.500 m3/g secondo stime, uno dei principali motivi per cui questa attività è altamente incompatibile con aree geografiche dove sono presenti acquiferi (non siamo nei deserti africani o nelle steppe russe).
È questa una delle tante contropartite della promessa dello sconto sul gas fatta da Bardi?
L’assessore all’ambiente Latronico inserisca per la tutela del bene pubblico e strategico nel suo piano paesaggistico la tutela degli habitat  e delle sorgenti della Val d’agri da attività industriali impattanti come le trivellazioni petrolifere (anche orizzontali )  e gli impianti di trattamento rifiuti. La parola siccità fa molta più paura delle candele e dell’energia del sole che si perde e brucia la terra come non mai, neanche il petrolio si può estrarre senza acqua. Nel frattempo chiediamo pubblicamente alle istituzioni regionali e allo stesso assessore Latronico in ottica di trasparenza, dell’interesse pubblico e in quanto già parte attiva del procedimento stesso come associazioni di poter partecipare alla conferenza di servizio del 20 Luglio in oggetto.

MEDITERRANEO NO TRIV- NO SCORIE – COVA CONTRO