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Non si placa la protesta nel centro storico di Nova Siri, ove prosegue la mobilitazione dei genitori che chiedono di inserire Nova Siri tra le sedi delle classi speciali e disagiate tra quelle individuate, in questi giorni, dal Ministero della Pubblica Istruzione. Tale riconoscimento consentirebbe l’istituzione della prima classe della scuola secondaria di primo grado al momento formata da cinque soli alunni, numero ritenuto insufficiente per la formazione di una classe autonoma nel plesso scolastico del centro storico della cittadina jonica. Domenica 22 settembre un corteo di protesta si è mosso da Largo Europa, dando vita a Piazza Plebiscito ad un grande girotondo di protesta, soprattutto, da parte dei genitori che temono la chiusura dell’intero plesso in pochi anni a cominciare proprio dalla scuola secondaria di primo grado. La protesta è iniziata in concomitanza del primo giorno di scuola, lo scorso 11 settembre, con sit-in dei genitori davanti l’istituto scolastico fino alla scelta di scendere in strada, affiancati da rappresentanti delle istituzioni locali, per far sentire le proprie ragioni e consentire agli alunni di poter continuare a frequentare le lezioni nella scuola del centro. All’interno di tale istituto i bambini hanno a disposizione, ad esempio, una sala mensa, una sala giochi ed una palestra che consentono il regolare ed ottimale svolgimento di tutte le attività scolastiche. Non sono mancate le testimonianze di solidarietà, soprattutto, dagli abitanti del posto, che temono un impoverimento dei servizi con il passare del tempo ed ulteriori disagi per l’intera comunità, con un relativo sradicamento da un luogo ove sono radicate le più profonde origini di un’intera comunità. I componenti del Comitato dei genitori del plesso di Nova Siri centro hanno, più volte, sottolineato nel corso delle loro proteste che queste manifestazioni servono a tutelare il diritto allo studio di ogni alunno, dal più piccolo al più grande, non accettando che ad essere violato sia proprio un principio costituzionale. Numerosi gli striscioni di protesta comparsi durante la protesta di domenica, con slogan che inneggiavano alla scuola come un diritto di tutti, ed i cui relativi tagli compromettono il futuro non solo dei ragazzi ma di un intero territorio. Chiudendo, anche, una sola classe dell’istituto si cancella, ad avviso di questi genitori, un simbolo e la memoria di tutti i cittadini del posto. Nei prossimi giorni non si escludono altre forme di mobilitazione, in attesa delle risposte della Regione e del Ministero dell’Istruzione.

Nicola Decio Dimatteo