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leonardo-pinto.jpgLa nota di Pasquale Doria pubblicata su facebook, a proposito di ospedale e del ricordo del Sen.Angelo Ziccardi, sollecita riflessioni utili per correggere i guasti della sanità pubblica sia a livello nazionale che locale, non più eludibili.

Ritengo di avere una buona memoria storica e ricordi vivissimi delle vicende politiche che si sono susseguite dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri.

Ho conosciuto Angelo Ziccardi  al vecchio ristorante Moro di Via Ascanio Persio (nel 1969-1970 quando era funzionario della locale federazione del PCI), dove abitualmente pranzavamo insieme al Dott.Mario Bazzocchi (medico, ex aderente alla R.S.I, forlivese, a Matera per lavoro) e il Prof.Vincenzo Amorosi, originario come me di Stigliano docente, prima al liceo classico e poi, se non ricordo male, al magistrale; a volte era presente anche il Prof.Rocco Mazzarone.

Uno degli argomenti che ci appassionava (io per lo più ascoltavo) era il trasformismo politico e le riforme da realizzare, tra queste quella sanitaria.

Posso affermare con certezza che, a proposito della sanità, nessuno dei commensali auspicava la “privatizzazione” della gestione della sanità pubblica così come miseramente finita per essere utile al personale medico ed infermieristico, utilizzato per fare campagne elettorali, oltre che per finanziarle (non è possibile negare le cene i  pranzi organizzati per sostenere candidati nelle varie competizioni elettorali).

In realtà, dei malati nessuno si è occupato concretamente e seriamente.

Il pensiero di Rocco Scotellaro, quindi, anche per questo, appare più che attuale: la subalternità secolare dei più umili della terra; diventano tali i malati che hanno bisogno di cure e assistenza che l'attuale sistema sanitario non garantisce, soprattutto ai meno abbienti.

Sostengo, da sempre e con convinzione, che la sanità dev’essere pubblica e di qualità per tutti.  I medici, come gli avvocati e gli insegnanti, devono sapere che la loro è una missione sociale (ne sono certo e non provo imbarazzo ad affermarlo) e non una scelta per fare business.

In Italia la sanità non poteva finire peggio. Quello che rattrista e che a farla finire così sono stati proprio coloro i quali che, ai tempi degli incontri nel vecchio ristorante Moro di Matera, preconizzavano una riforma sanitaria pubblica per la tutela della salute quale diritto fondamentale dell’individuo, a prescindere dalle condizioni di censo e di ceto. Ed è ancora più triste constatare che il disastro della sanità, anche privata, si sia verificato grazie alla distrazione ovvero acquiescenza, peggio condivisione, di chi doveva impedirlo per formazione politico-culturale ma che, invece, lo ha assecondato o quanto meno consentito, cioè la sinistra.

Tuttavia, non è mai troppo tardi per porre rimedio e fare quello che non è stato fatto; per quanto riguarda la Basilicata, non credo però che sia in grado di farlo, per quello che si constata, il centrodestra.

Tornerò sull’argomento ospedale di Matera e sulle strutture sanitarie esistenti nella nostra regione per condividere le riflessioni dell’amico Giovanni Caserta.

Avv.Leonardo Pinto