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ATELIER_DELLA_PAROLA.jpgLe parole al centro del tempo trascorso insieme. Alcune in particolare: consapevolezza, trauma, differenza, ritmo, limite. Declinate da tanti punti di vista e da tanti diversi artisti ed esperti, come in un vero atelier.

Nel segno della condivisione sono trascorsi i tre giorni della kermesse culturale Atelier della Parola, un’idea innovativa di convivenza culturale e formazione diretta dal poeta Davide Rondoni (Ateliers delle Arti) e proposta sulla riva dello Jonio con una particolare centratura sulla parola. L’iniziativa è stata promossa da Associazione In Cammino, Fondazione Claudi e Centro Asteria.

Insegnanti, studenti e appassionati si sono dati appuntamento al villaggio Akiris di Nova Siri per tre giorni di convivenza formativa a partire da venerdì 4 settembre, con la prospettiva della crescita: non per caso l’artista Mario Battafarano ha realizzato per l’iniziativa una scultura in cui la parola è concepita come germoglio.

È stato il poeta bolognese Davide Rondoni a dare avvio alla kermesse. “L'uomo non parla per esprimersi, parla per conoscere” ha detto. Rondoni si è poi soffermato “sulla parola poetica, che sta difronte al dramma dell'esistente, e spesso deriva da un trauma”.

Sulle parole e la legge si è concentrato il successivo intervento di Vincenzo Lorubbio, ricercatore dell’Università del Salento: “diversità non è discriminazione” ha detto in una delle riflessioni più profonde della sua riflessione sul significato delle parole in campo giuridico.

Agli incontri si sono associati momenti di esibizione di artisti del territorio: tra questi l’intenso reading poetico di Davide Rondoni accompagnato dai musicisti e danzatori lucani Alessandro Depalma, Davide Torraco, Carlo Modena e Aurora Costanza.

La seconda giornata della kermesse ha avuto inizio con il regista e sceneggiatore Gennaro Nunziante, autore dei principali film di Checco Zalone e del duo comico Toti e Tata. Lo sceneggiatore barese ha parlato della genesi dei suoi film e dell’importanza dell’autoironia come punto di vista ideale per raccontare gli altri. Parola più cara al regista? Comunità, intesa come attenzione all’altro.

La parola consapevolezza è stata al centro dell’intervento di Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato calabrese ucciso dalla 'Ndrangheta nel 1991 e presidente dell’omonima fondazione.

Libertà e autonomia sono state il solco dell’intervento di Marco Campione, esperto di politiche scolastiche, che ha presentato il libro da lui curato con Emanuele Contu, “Liberare la scuola” (Edizioni Il Mulino). Ha parlato dell’autonomia partendo dai suoi presupposti teorici fino a calarla nella realtà concreta della vita di insegnanti e dirigenti.

In serata il concerto del giovane rapper lucano MadLoco, che ha coinvolto i presenti con i suoi ritmi catalizzanti e con un interessante racconto di sé e della propria espressione artistica.

Ultimo giorno di grande coinvolgimento con il laboratorio Arte e Parole del “Team Art”, che ha chiesto di rappresentare con manufatti figurativi le parole più sentite nei giorni di convivenza.

Intervento finale riservato a Bruno Mastroianni, filosofo della comunicazione, che ha parlato della possibilità di una nuova concezione della disputa in termini di crescita reciproca dei disputanti, in opposizione alla cultura del litigio sterile oggi dominante.

Gratitudine e soddisfazione hanno espresso i promotori locali (Pino Suriano, Andrea Borraccia, Susy Benevento e Michele Borraccia). “In ciò che si fa, ciascuno può scegliere se scendere o salire, scendere a patti col potere o con i propri limiti, oppure tendere verso la verità di sè come ha detto Gennaro Nunziante il sabato pomeriggio. Il tentativo è stato proprio questo. Non da soli ma insieme”.